Il pugno che non ti aspetti.
- Kungfu & Taichi

- 11 dic
- Tempo di lettura: 4 min
Nel Kung Fu il corpo non è solo muscoli, ossa e fiato. È un sistema che vive, agisce, reagisce, comunica. Ogni pugno che tiri non nasce davvero dal braccio, ma da un dialogo continuo tra struttura fisica, energia interna e mente. Quando queste tre dimensioni si allineano, il colpo cambia completamente: diventa più potente, più preciso, più stabile e, in un certo senso, più sincero.

I 9 punti.
Per capire cosa succede “dietro le quinte” di una tecnica, possiamo immaginare il corpo diviso in tre grandi sezioni: braccia, gambe e tronco. Ognuna di queste contiene tre aree articolari principali, per un totale di nove “snodi” che dovrebbero partecipare a ogni movimento. Nelle braccia troviamo polsi, gomiti e spalle, ossia la parte che vedi muoversi di più quando colpisci, pari o afferri. Nelle gambe ci sono caviglie, ginocchia e anche, che determinano quanto sei stabile, quanto bene spingi da terra e quanto velocemente puoi cambiare direzione o altezza. Nel tronco lavorano bacino, zona addominale e torace, che collegano la spinta delle gambe all’azione delle braccia e coordinano la trasmissione della forza.
Se, in un gesto, si muove davvero solo una parte del corpo, il risultato è un movimento spezzato: il pugno arriva lo stesso, ma è vuoto e fatica di più. Quando invece tutte e nove le aree cooperano, il corpo si comporta come un’unica catena: la spinta parte dal contatto con il suolo, sale attraverso le gambe, si organizza nel tronco e si esprime nelle braccia. La sensazione è quella di un movimento compatto, fluido e sorprendentemente meno stancante.
I 3 centri.

Accanto a questa visione biomeccanica, le arti marziali cinesi parlano da secoli di Qi, l’energia vitale, e di Dantian, i centri in cui questa energia si raccoglie. I Dantian principali sono tre: superiore, centrale e inferiore. Il Dantian superiore si trova nella zona del “terzo occhio”, al centro della testa, e riguarda attenzione, lucidità e capacità di restare presenti. Il Dantian centrale è all’altezza del cuore ed è legato alle emozioni: qui sentiamo paura, coraggio, calma, entusiasmo, tristezza… Il Dantian inferiore, situato qualche dito sotto l’ombelico, è il centro della forza vitale, della stabilità e del radicamento; è strettamente connesso alle gambe e al modo in cui “metti radici” nel suolo.
Questi tre centri non sono organi fisici, ma punti di riferimento che aiutano a collegare corpo, respiro e stato mentale. Nella tradizione si parla di San He Yi: i tre che si fondono in uno. I tre sono la struttura fisica, il Qi e la mente-cuore.
Una tecnica diventa veramente efficace quando queste tre dimensioni agiscono insieme. Se il corpo esegue il gesto ma la mente vaga altrove, il colpo è meccanico. Se la mente è concentrata ma il corpo è disallineato o rigido, la forza non si trasmette. Se c’è solo un’esplosione di energia emotiva senza struttura, perdi controllo e precisione.
Un lavoro di insieme.
Immagina ora un semplice pugno in avanzamento. Chi è alle prime armi tende a muovere quasi solo il braccio: spalla e gomito lavorano tanto, mentre il resto del corpo rimane passivo o addirittura bloccato. Il pugno arriva, certo, ma si appoggia più che entrare, manca di “corpo” e spesso sovraccarica spalla e polso. Un praticante esperto, invece, inizia il colpo dalle gambe. Le caviglie spingono contro il suolo, le ginocchia si estendono o si flettono in modo controllato, le anche ruotano quel tanto che basta per orientare il bacino nella direzione giusta. Il tronco raccoglie questa spinta: il bacino si allinea, la zona addominale sostiene la colonna, la schiena rimane attiva ma non rigida. Solo alla fine il braccio entra in gioco, con la spalla rilassata, il gomito che segue una traiettoria pulita e il polso stabile, pronto a trasmettere l’impatto senza cedere.

Ma la struttura, da sola, non basta. Ogni pugno ha anche un lato interno fatto di mente, respiro e intenzione. La presenza mentale ti tiene nel qui e ora: senti il contatto con il suolo, percepisci la posizione del bacino, avverti la linea del colpo prima ancora che parta. Questo è il campo del Dantian superiore.
Il respiro sostiene il gesto: l’inspirazione prepara, l’espirazione accompagna la fase in cui la forza si esprime, spesso proprio nel momento dell’impatto. In quel punto entra in gioco la connessione tra corpo e Dantian inferiore, dove senti raccolta la tua forza.
L’intenzione dà direzione al movimento: non è rabbia cieca, ma decisione chiara, determinazione senza esitazione. Il “colore” emotivo del colpo — se è duro, morbido, deciso, compassionevole, difensivo — nasce nel Dantian centrale, legato al cuore.
Quando queste tre dimensioni si armonizzano, la tecnica smette di essere un esercizio puramente fisico e diventa un atto completo. Anche un semplice pugno di base diventa allora un laboratorio di integrazione: puoi percepire se stai usando davvero tutto il corpo o se ti affidi solo alle braccia, puoi osservare se il respiro è fluido o spezzato, se la mente è presente o distratta, se la tua intenzione è confusa o limpida.
Allenare tutto questo richiede attenzione. Puoi prendere una tecnica che conosci bene, come un pugno in avanzamento o una forma semplice, eseguirla prima “come sempre” e dopo cercando di coinvolgere consapevolmente gambe, tronco e braccia come una catena unica. Poi aggiungi l’ascolto dei Dantian: ti chiedi dove senti la tua attenzione, che emozione colora il movimento, quanto ti senti radicato nella zona sotto l’ombelico. Infine, coordini il respiro con il gesto e osservi che cosa cambia nella stabilità e nella potenza.
Le tre sezioni del corpo, le nove aree articolari e i tre Dantian non sono teoria astratta: sono strumenti pratici per conoscere meglio te stesso in quanto praticante di arti marziali. Ti aiutano a rendere più efficace ogni tecnica, a proteggere le articolazioni, a sviluppare una forza più profonda e consapevole. Che tu abbia appena iniziato o pratichi da molti anni, il principio rimane lo stesso: ogni pugno, ogni passo e ogni respiro sono occasioni per far lavorare insieme struttura, energia e cuore. È proprio in questa unità che inizia il vero Kung Fu.







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