Nella storia del Kung Fu e Tai Chi, sono molte le similitudini con l'universo di Star Wars, immaginato da George Lucas.
Dalla famosa "Forza", citata nella frase "Che la Forza sia con te", fino a similitudini nella storia e nella leggenda di Shaolin: la culla delle Arti Marziali orientali.
Molte curiosità, che storicamente diedero origine al Kung Fu, in un confronto diretto con i mitici Jedi.
Una battaglia da non perdere.
Da monaci Shaolin a cavalieri Jedi.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…nasce l’Ordine dei monaci Dai Bendu (o Bendu). Sono i precursori dei più noti Cavalieri Jedi, un ordine sacro di monaci guerrieri molto simili ai buddhisti Shaolin.
Costituiti in un remoto millennio BBY (Before the Battle of Yavin, cioè prima della Battaglia di Yavin, “Anno Zero” del Calendario Galattico Standard), i monaci Bendu si dedicano, tra le altre cose, allo studio della Forza e della Numerologia. Secondo la leggenda, sono loro a inventare il simbolo del "numero nove", - otto raggi collegati a un mozzo centrale -, che ricorda molto da vicino quello taoista del Pa Kwa (o ba gua = otto numeri/ trigrammi).
La scelta di questo simbolo, poi adottato dalla Repubblica Galattica, non è casuale poiché, secondo il credo Bendu, la Forza è un'energia mistica che scorre attraverso tutti gli esseri viventi e unisce la galassia. Analogamente, per i taoisti, il Tao è fonte d'ogni cosa, privo di nome e invisibile; una sorta di forza impersonale che sottostà all’intero operare dell’Universo. Il sigillo dei Bendu e il Pa Kwa simboleggiano praticamente lo stesso concetto.
Il Pa Kwa è fatto di otto trigrammi, usati in Cina nel sistema divinatorio dell’I-Ching. Si tratta di segni formati dalle possibili disposizioni di linee continue e linee spezzate in gruppi di tre, che simboleggiano moltissime cose; potremmo sintetizzare che i trigrammi rappresentano tutti i flussi di energia che attraversano il mondo. Il Pa Kwa è anche il simbolo della nostra scuola e dà il nome a uno degli stili di Tai Chi e Kung Fu che pratichiamo (leggi gli stili praticati).
Oltre al Pa Kwa, il sigillo dei monaci Bendu ricorda anche la Ruota del Dharma, che ci interessa per il suo collegamento con il buddhismo, la filosofia-religione dei monaci Shaolin, progenitori di un altro stile di Kung Fu insegnato nei nostri corsi.
Nella Ruota della Dharma, gli otto raggi rappresentano l’”Ottuplice sentiero”, ovvero la via della liberazione spirituale secondo il Buddha. Come nel simbolo Bendu, anche nella Ruota del Dharma gli otto raggi sono collegati a un mozzo centrale. Oltre ad avere un sigillo molto simile e a condividere diversi elementi dell’abbigliamento, i Bendu hanno in comune con i monaci Shaolin la caratteristica di edificare i loro monasteri in remote località di montagna.
Come detto all’inizio, i Bendu sono l’ordine dal quale si sono costituiti i Jedi che, proprio come i monaci Shaolin, erano un ordine di monaci guerrieri. Vediamo più da vicino quali sono gli elementi che accomunano Jedi, Shaolin e...noi marzialisti.
La meditazione
La meditazione è una pratica comune per i Jedi, è il loro modo di rimettersi in contatto con il potere della Forza e di canalizzarlo. Un momento prima di essere ucciso da Darth Maul ne “La Minaccia Fantasma”, si vede il Maestro Qui-Gon Jinn entrare in un breve stato di trance meditativa, la Serenità, con l'intento di recuperare la concentrazione e le forze perse nel corso del duello. Nelle Arti Marziali, il Qigong - un chiaro riferimento al nome del Maestro Jedi - si riferisce a come la Forza viene usata nel proprio corpo.
La meditazione è anche uno dei fondamenti del buddhismo zen, la religione dei monaci cinesi Shaolin: centrando l’energia del loro Qi, - la Forza, per i Jedi -, i monaci raggiungono uno stato mentale di profonda chiarezza e serenità, proprio come i Maestri Jedi.
Nella saga di Star Wars la meditazione è rappresentata nel modo in cui viene effettivamente praticata, sia per quanto riguarda le posizioni tipiche, sia per la sua funzione di richiamare la propria attenzione al momento presente.
Per molti versi, la meditazione è una pratica di consapevolezza e concentrazione, due elementi fondamentali del credo Jedi, della dottrina buddhista osservata dai monaci Shaolin, ma anche delle Arti Marziali.
Nel Tai Chi, ad esempio, la meditazione e la concentrazione mentale vengono praticate in preparazione agli esercizi, per coltivare e aumentare il nostro Qi, la nostra Forza.
L’attaccamento
Nelle “Quattro nobili verità” del Buddha - insegnamento fondamentale per un monaco Shaolin - l’attaccamento è considerato la causa di ogni sofferenza umana. Semplificando, lo scopo di ogni buddhista è, infatti, quello di non attaccarsi alle cose materiali attraverso l’osservanza dell’”Ottuplice Sentiero”: non cedere all’egoismo; alla confusione; alla rabbia; all’odio e alla gelosia scatenati dall’attaccamento.
L’attaccamento è vietato anche dal Codice Jedi e il motivo ce lo spiega il Maestro Yoda, la creatura di Star Wars più simile a un maestro Zen: “La paura conduce all'ira, l'ira all'odio; l'odio conduce alla sofferenza.” La paura di lasciar andare qualcuno o qualcosa cui siamo attaccati conduce al Lato Oscuro; ed è esattamente ciò che succede ad Anakin che, per paura di perdere la sua famiglia, cederà diventando Darth Vader, l’apprendista Sith di Darth Sidious.
"L'attaccamento è vietato; il possesso è vietato. Compassione, che io definisco amore incondizionato, è essenziale per la vita di un Jedi" - Anakin Skywalker
Nella nostra scuola di Kung Fu e Tai Chi troviamo un evidente riferimento allo stesso concetto di non-attaccamento dalle cose terrene dei monaci Shaolin e dei Jedi: è l’arancione, il colore ufficiale del Do-Bohk indossato da Maestri, aspiranti Maestri e allievi di alto grado. L’arancione è anche il simbolo dell’energia vitale del Qi e della Forza. In Star Wars, infatti, i Maestri Jedi che usano una spada laser arancione sono pochissimi e, secondo la leggenda, caratterizzati da un legame eccezionale con la Forza.
Le Virtù e i guerrieri spirituali
Uno dei pilastri più importanti del pensiero Jedi è la Compassione per tutti gli esseri viventi. La Compassione è la forza di alleviare la sofferenza nelle altre persone.
"Un Jedi usa la Forza per saggezza e difesa. Mai per attaccare." - Yoda
In Star Wars questa virtù è incarnata da Luke Skywalker che, riconoscendo ancora il bene che c’è nel padre Anakin/Vader, lo aiuterà a redimersi e a sconfiggere Palpatine nel duello finale del sesto episodio “Il Ritorno dello Jedi”. La Compassione è anche uno dei principi fondanti della filosofia Shaolin, nonché la Seconda Virtù (leggi la seconda virtù) pronunciata nel saluto che recitiamo all’inizio e alla fine delle lezioni di Kung Fu e Tai Chi. Le Virtù sulle quali poggiano gli stili della nostra scuola sono cinque, come cinque sono le regole del Codice Jedi, il testo che indicava la condotta per seguire il Lato Chiaro della Forza.
“Non ci sono Emozioni, c'è Pace; Non c'è Ignoranza, c'è Conoscenza; Non ci sono Passioni, c'è Serenità; Non c'è Caos, c'è Armonia; Non c'è Morte, c'è la Forza."- Codice Jedi
La nozione di guerriero spirituale è strettamente legata al buddhismo zen praticato dai monaci Shaolin: secondo la leggenda, infatti, Damo (o Bodhidharma, fondatore dello Zen) insegna loro ad usare il Kung Fu non per attaccare, bensì per difendere. Analogamente, il Codice vieta ai Jedi di usare la Forza in combattimento e/o di combattere con lo scopo di attaccare, poiché il loro compito è lo stesso dei monaci Shaolin, cioè di difendere e mantenere la pace. E, a proposito di monaci, guerrieri e marzialisti, un’ultima curiosità è che nell’Ordine Jedi sono ammesse anche le donne: potremmo, quindi, considerare le Jedi un equivalente delle monache di Yongtai, il monastero fondato dalle ex-principesse allieve di Damo, vicine del tempio Shaolin ed esperte di Kung Fu, di cui abbiamo già raccontato l’affascinante storia in questo articolo.
L'ispirazione che George Lucas trae dalla storia del Kung Fu e dell'energia "Qi" è molto evidente. Ci sono alcuni aspetti legati al Tai Chi e alle tecniche di combattimento usate dai Jedi, nel destreggiarsi con le spade laser, dove troviamo altrettante analogie, che saranno sicuramente spunto interessante per un prossimo articolo.
Arrivederci alla prossima puntata e …Che la Forza sia con Te!
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